4/3 7:37 am o… 3/3 23:37.

Ieri sono arrivato a Bali.
Il cibo low fat di Singapore Airline non era male. Anche lì, merluzzo con verdure. Sarà l’unica cosa low fat che le aerolinee sanno fare?

Comunque ho scoperto essere un modo per essere servito tra i primi quando sei “dietro la tenda”. Quindi sono tentato a fare lo stesso anche al ritorno hahaha. Ci penserò.

Immigrazione, visti etc, tutto rapido ed indolore, e nessuno mi ha chiesto di mostrare la tassa di ingresso a Bali. Chiavata per i pirla come me che l’hanno pagata. Si parla di poco alla fine, ma sono quelle cose che indispettiscono un po’. Ma va bene lo stesso.

Poi, tutto super digitale ora. Anche le landing card. Finalmente, direi, ma è vero che devi saperlo. Fortuna che la signorina al gate l’ha detto. E fortuna che ho anche capito cosa ha detto 🙂
Anche lì, non c’è ormai più possibilità di non avere internet quando viaggi. Per fortuna ci sono le eSIM ora. Questa invenzione (che tra qualche anno sarà probabilmente lo standard), sta cambiando moltissimo la vita di chi viaggia. Per non parlare del fatto che ora sono pure multi-country. Comodissime!

E niente, passo tutti i controlli etc, prelevo questa moneta locale, riempiendoti il portafoglio di banconote che ricordano le vecchie lire, con questi numeri altissimi che valgono… brustolini, come direbbe mia mamma. Avevo letto un articolo che diceva che appena passavi il Custom, c’erano degli ATM dove si poteva prelevare in modo safe. E seguiamo quello che dicono.
E sfruttiamo questa banca che mi fa prelevare senza commissioni.
Mi sono reso conto che effettivamente sono piuttosto preparato per i viaggi, anche fuori zona Euro. Pacchetta sulla spalla: pat-pat 🙂

Arrivo all’uscita e questa vampata di umido mi invade.
Via la felpina, immediatamente, e osservo la mandria di gente “dietro la sbarra” con cartelli di tutti i tipi, in attesa di fare match con il turista in arrivo.
E tutti che ti chiedono se vuoi un taxi.
Io, preparato, stavo aspettando il mio taxista, che è arrivato tardi. Un po’ per colpa sua, e un po’ perché l’aereo è arrivato 20 minuti ahead of schedule.

“Solo” 45 minuti per arrivare all’hotel, check in e via. Bungalow in legno, super cute, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa.
Scarpe rigorosamente fuori, cammini scalzo e senti questa strana sensazione di legno caldo e delicato sotto i tuoi piedi. Quasi commovente.

Poi apri la porta del bagno, e trovi la doccia a cielo aperto. E così si prova pure l’esperienza di questa doccia notturna praticamente all’aperto. Una sensazione strepitosa.

Meno strepitosa l’esperienza con l’aria condizionata, il mini frigo e lo la mini cavalletta che non ha collaborato ad uscire, e dopo molteplici tentativi, ha scelto di essere executed. Pace all’anima sua.
In compenso la cucaracha obesa l’ha fatta franca.

Con un pizzico di jet-lag e questi curiosi episodi, il mio sonno è stato pressappoco inesistente, con sogni assurdi dove sono stati protagonisti il vecchio parroco del villaggetto dove sono cresciuto, il mio ex (due palle, anche qui cazzo), una mia amica punk che non vedo da secoli e apparizioni random dei nuovi amici recentemente conosciuti. Il cervello è divertente.

Stamattina quindi mi sono arreso e alle 6 mi sono svegliato.
Un concerto di uccellini locali ha superato lo strato di cera dei tappi delle orecchie che avevo, vincendo la sfida.
E non potevo non sbirciare fuori e vedere tutto risvegliarsi. Davvero magico.

Peccato che la colazione la servano dalle 8. Quindi sono 2 ore che soffro.
Ora manca un minuto, quindi penso finirò di dire che ho fatto anche la bella-lavanderina e ho steso il mio primo bucato della vacanza – si asciugherà con questa guazza? (termine dialettale per dire “umidità”).

Ora pubblico, e vado a vedere se effettivamente è dalle 8 o dalle 9. Che ora mi sorge un dubbio.

Poi giro in spiaggia, e nel primo pomeriggio torna il driver che mi dovrebbe portare a Uluwatu Temple, che pare sia un must-to-see, nonostante la chiara tourist trap. Ma bisognerà vedere anche quella.

Saluti!

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