È molto curioso svegliarsi al mattino e osservare le persone che sono ancora fuori, specialmente in una città turistica come Barcellona.
Vedi tanti personaggi di paesi diversi e riesci a notare tantissime differenze, semplicemente osservando come sono vestiti, come si muovono o come si atteggiano.
Essere una morning person ti aiuta anche a provare questa esperienza quasi trascendentali.
Tipo questa mattina sono uscito presto dall’albergo perché ero curioso di vedere l’alba e mi sono trovato bonazzi in canotta che rientravano dalla discoteca probabilmente. Poi gruppi di ragazzi sdraiati per terra con la chitarra scordata che suonava le cantavano. E sì, l’intonazione era perfettamente associabile a quei suoni distorti delle corde lente della chitarra… ma se Vasco Rossi è considerato un cantante, voglio dare anche a quel gruppetto di ragazzi il beneficio del dubbio.
C’era poi chiaramente chi ballava per la strada, chi faceva il turno di notte assicurandosi che le bancarelle lungo la strada che porta al mare non venissero distrutte, chi dormiva su una panchina, chi barcollava per il troppo bere della notte precedente… e poi c’ero io, osservatore, col mio passo lento direzione spiaggia.
Una lenta camminata di quasi 30 minuti che mi ha fatto arrivare alla sabbia… e al mare.
Era ancora buio. Anche il mare era addormentato: piatto, quasi impercettibile.
Sono arrivato anche prima dei gabbiani. Sì, loro dormivano ancora.
Il cielo aveva appena accennato ad un cambio cromatico, ma la notte era ancora la stella delle danze.
Poi ti siedi, asciugamano sulle spalle perché l’età avanza e l’ariarina pizzica, e aspetti.
In questa vita super frenetica guardare l’alba e guardare il tramonto è quasi un mantra. Quasi un esercizio di meditazione se lo pensiamo.
Se ci ragioniamo infatti, quante volte restiamo seduti fermi a non fare nulla per più di mezz’ora?Â
E per non fare nulla, includo anche il prendere in mano questo cazzo di telefono, che purtroppo ora sto usando per scrivere queste note. Ma ora tengo a mente un po’ quello che vorrei dire, lo metto via, e osservo l’orizzonte.
Piano piano arriva gente, e non sei più solo.Â
Magari nel frattempo ti sei anche spostato perché è arrivato il gruppo di inglesi ubriachi a rovinarti la magia. Ma mai come saranno rovinate le scarpe scamosciate con il tacco di quella tipa che ha deciso di entrare in mare fino al polpaccio – British got talent qui. Vedo caviglie slogate ovunque. Ho appunto deciso di spostarmi per non esserne testimone.
Poi arrivano i gabbiani, e qualche altro reduce da una nottata pazza.
Poi si aggiungono alla lista anche quelli che vogliono rovinarti la view e le foto, che prendono questa specie di tavola da surf con un remo e si spingono al largo, in mezzo al mare (non so come si chiami questa attività ), perché godersi la view dalla spiaggia come i comuni mortali non va più di moda. Così almeno sono “più vicini al Sole”. Peccato non sia vero, se no vederli bruciare potrebbe essere un alternativo intrattenimento.
L’essere umano, o i bipedi, come usa chiamare un caro amico, devono fare inquinamento visivo anche. Che due gran coglioni.
Però va bene comunque. Respiro a pieni polmoni, e lascio che queste sensazioni escano assieme all’aria che espiro, per non rovinare questo momento.
Funziona.
Il sole è là e sta iniziando ad apparire, tipo una star del cinema (ops, Sole – star, lo è: battutona delle quasi 8 del mattino).
Poi la magia.
Dal nulla, secondo dopo secondo, ecco che da una piccolissima lucina, sale un enorme palla di luce.
Cresce e cambia colore.
Da rosa ad arancio, fino ad un giallo intenso, accecante.
Ma è lì, bellissimo e fiero di essere.
E io lo guardo, quasi un po’ invidioso.
Poi ti riguardi attorno, e la gente attorno a te è cambiata.
Chi è già in costume, chi è in acqua, chi ancora vestito da sera che guarda come me.
C’è un ragazzo in pantaloni lunghi e camicia. Avrà forse 20 anni.
Solo.
Anche lui guarda e osserva.
Forse anche lui con il cuore non proprio totalmente intero e con la voglia di respirare questa immagine ed assorbire questa energia vitale.
E passa qualche minuto, e non riesci più a guardare. La luce è troppo forte. Ma inizi a sentire il calore.
Chiudi gli occhi e ti godi il momento.
Lasci la vista riposare un attimo, e lasci che l’udito, l’olfatto e il tatto godano anche loro.
Riapri gli occhi, e quel ragazzo non c’è più. E ti chiedi se fosse un illusione o realtà .
E la giornata ha inizio.