Direi che adesso basta con il timezone europeo. Dopo qualche giorno, più o meno si è già preso il ritmo – o quasi.
Io ieri sono crollato alle 9 di sera, perché mi sono forzato a stare sveglio fino alle 9! Alle 8 avevo già l’occhio che crollava.
Ma come dicono qui a Bali… “It’s okaaaaaaay” che suona tipo “itzoccheeeeeeeeei”, con la “i” finale quasi sorda.
Mi fanno morire hahah. Pensavo fosse solo il mio driver, ma anche altri lo dicono 🙂
Bella filosofia di vita: abbiamo da imparare.
Tra un’ora arriva la colazione.
Sono ad Ubud da 2 giorni, e sono rimasto in silenzio sul blog perché non ho avuto voglia di accedere il pc per scrivere: volevo godermi ogni singolo istante, incluso il guardare in su ed ascoltare tutti questi suoni.
Rispetto a Canggu, Ubud mi piace moooolto di più. Forse perché è una realtà meno nota a noi occidentali europei?
La vegetazione rigogliosa, i colori e i rumori totalmente diversi… sono qui che anche in questo momento sto ascoltando questo concerto tra grilli, uccellini, galli, e suoni-non-ancora-identificati-ma-non-mi-hanno-ancora-mangiato-quindi-va-bene.
Ho prenotato questo posto, ad una cazzata… parlo di meno di 20 euro a notte. Ed è un paradiso.
Stanza in questo giardino tropicale. Ti sembra di camminare in una foresta.
Anche gli odori sono rilassanti – e non ci sono essenze: è proprio l’odore della pioggia, mischiata con quello di queste piante “strane”.
Anche le piante sono caotiche qui.
In questa struttura c’è questa piscina aperta giorno e notte, deliziosa (“delizioso” è un aggettivo molto gay, lo so, ma è perfetto per descrivere questa chicca di piscina – ok, anche “chicca” forse)… questa deliziosa chicca di piscina, ok, contenti? 🙂
Attorno alla piscina, chiaramente, alberi e piante, alcune di queste toccano pure l’acqua.
Se ti avvicini, noti che c’è teoricamente un albero sotto tutto questo. Infatti, se spingi il naso all’insù, vedi i rami e le sue foglie. Ma appena scendi, trovi praticamente un party di piante, una sopra l’altra.
Chi sta appiccicata al tronco dell’albero tipo ventosa-pole dancer, mimetizzando la ventosa, chiaramente, e poi sporgendosi maestosa e piuttosto vanitosa verso l’esterno, sfoggiando le sue forme stravaganti.
Chi più modesta, semplicemente alla base dell’albero, più fitta, come per nascondere le radici nodose e dell’albero anziano.
Poi ce ne sono altre che a fatica capisci da dove partono e dove finiscono. Quelle saranno le gender fluid, e grazie a loro tutto diventa un perfetto mix.
Sono rimasto davvero un po’ altra sera ad osservare che intreccio strepitoso. Una che supporta l’altra, ognuna al suo posto, senza esagerare – a parte la pianta Diva, ma lei sporge verso la piscina quindi comunque non dà fastidio alle altre: vuole solo essere la protagonista.
Ebbene, in questo bel posticino, ti servono la colazione nel tavolino fuori dalla tua camera, ogni mattina. Scegli il giorno prima cosa vuoi, e all’ora scelta, ecco che arriva.
Ieri ho mangiato una roba stranissima. Una specie di panetto di legumi (questa è una mia teoria non ancora verificata) in un sughetto giallastro. Immagino fosse un curry. Qui tutto quello che non conosco lo definisco curry e pare sia accettato come termine. Chissà quanti insulti dentro la loro testa… ma alla fine… itzoccheeeeeeeei 🙂
Oggi ho chiesto dei noodle. Tra 45 minuti scoprirò il tutto.
Ah, ho scoperto anche questo frutto che sa di poco… il dragon fruit, ma che il suo frullato è di un fucsia che più fucsia non si può. E solo per ridare questa opportunità alle mie retine, l’ho ripreso anche oggi.
Sto cercando di fare mente locale, perché in meno di 48 ore ne sono successe.
Quindi dicevo, arrivato a Ubud 2 giorni fa, sulle 3 pm.
Il driver mi raccontava che la moglie aveva l’ecografia alle 5 del pomeriggio e che era curioso di sapere come sarebbe andata. Primo figlio, parto in 3 settimane… sentivo la sua emozione/agitazione.
Chiaramente, stava lavorando. Era con me e avrebbe dovuto ancora portarmi in giro. Altro tempio. Altri soldi per vedere ancora dei cestini di fiori, riso e spesso biscottino, incensini, etc.
Belli eh, ma visto uno… visti tutti. Un po’ come le chiese. C’è quella più figa, quella più modesta… ma sempre una chiesa con tristezza ovunque è. Per vedere dei quadri depressivi con atrocità e madri dal cuore infranto, basta accendere la tv.
Quindi finito di mangiare gli dico se mi può portare direttamente in hotel, sfruttando un po’ la scusa della stanchezza, del fatto che aveva iniziato a piovere a catinelle e le strade erano allagate… e ho visto i suoi occhi illuminarsi. Mi ha chiesto conferma 200 volte e ho dovuto usare il mantra itzoccheeeeeeeei per fargli capire che ero serio 🙂
E così, dopo una mattinata a farmi fare delle foto mentre sono su delle altalene sospese sulle risaie – posto TERRIBILMENTE turistico, molto da coppiette innamorate (fanculo! hahah 😛 ), ma molto “instagrammabile”. E le view erano davvero strepitose. Dicevo, dopo questa esperienza, seguita da un pranzo in un ristorante anch’esso con view sulle risaie, ho fatto check-in in questo paradiso, e la pioggia ha smesso.
Tuffo in piscina, osservazione meticolosa della flora, doccia a cielo aperto in camera (anche se questa volta c’era un plexiglass che evitava l’eventuale pioggia bagnare il bagno), un po’ di lettura in santa pace e… perché non provare il food delivery locale? Chi ne ha voglia di uscire da qui?
E per ben 1.63 GBP, mi arriva un pasto appena fatto, squisito, direttamente all’ingresso dell’hotel. Mi sono quasi commosso.
Meno commosso quando ho visto che non avevano messo le posate, ma alla fine… itzoccheeeeeeeei … ho 2 mani e 10 dita! Goduriosissima cena, immerdato fino al naso, ma itzoccheeeeeeeei , che cazzo me ne frega. Mi sono messo anche a ridere da solo quando ho visto di aver finito i tovaglioli. Ma piluccata di dita e passa la paura.
I vicini sono arrivati ieri, e si sono persi la scena.
Ieri sera ho replicato, ma non hanno comunque assistito. Perché questa volta sono stato attento e mi sono assicurato di selezionare “mandami quelle cazzo di posate”… ma hanno ignorato, e mi sono ritrovato a manazza. Ma lo sappiamo no? itzoccheeeeeeeei 🙂
Tra l’altro, ieri mattina, mi sveglio con la pioggia.
Ho imparato che qui piove di solito nella seconda parte della giornata. E la spiegazione scientifica è che durante il giorno, col caldo, si forma l’umidità , che poi diventa la nuvola bastarda che scarica senza pietà . Del resto, è davvero umidissimo, quindi capisco la fatica di trattenerla tutta nel cielo. Dopo un po’, pesa!
Ma questa pioggia mattiniera mi aveva rotto il piano di provare lo scooter.
Faccio colazione, e spero sia passeggera come spesso accade.
E lo fu.
Infatti, finisco colazione e smette.
Torno alla reception, con sorrisino tipo “sono scema, sorry, pietà perdono… ma il motorino che avevo chiesto ieri, che tipo un’ora fa ho cancellato… non è che si può riavere?”.
Io, avrei guardato questo cliente con occhi iniettati di sangue, maledicendolo e probabilmente mandandolo a fare in culo dicendogli “sticazzi”. Il tipo invece mi ha sorriso, e allungando il braccio ha indicato un scooter tamarrissimo con adesivi di cartoni animati giapponesi (credo, sono quelle robe moderne che non riconosco), specchietti squadrati che non fanno vedere una minchia di niente ma molto d’impatto, e con un magico itzoccheeeeeeeei, il motorino era lì ad aspettarmi.
Chiaramente rosso, così non potevo passare inosservato.
E quindi ieri sì, ho fatto la mia prima esperienza in scooter.
Dopo 10 minuti a provare di metterlo in moto, torno dal tipo arreso, con un virtuale caschetto biondo e frangia cotonata, chiedendo quale fosse lo step magico che stavo ignorando per metterlo in moto. Anche perché santiddio, l’ha messo in moto davanti a me, quindi partire parte.
Ma avete presente quando osservate un prestigiatore, che state attenti per scovare il trucco? Bene, non avevo usato quell’attenzione meticolosa questa volta, perché era comunque un cazzo di scooter. E invece, mai abbassare la guardia.
Il tipo torna, sempre sorridendo, lasciando a metà per la seconda volta la preparazione della colazione di qualcun altro che sfortunatamente ha chiesto la colazione dopo la mia, e mi fa vedere che va alzato il cavalletto. Cavalletto giù – no parte, cavalletto su – sì parte. Scooter in moto, cavalletto giù – scooter spegne.
Io mi scuso ma specifico che, ai miei tempi, questa sciccheria del cavalletto che controlla l’accessione e spegnimento non esisteva.
Scambio di sorrisi, rientro in camera per mandare una mail a mia madre e mio fratello con la lista di dove tengo i miei risparmi nel caso l’esperienza scooter andasse male, e parto.
Nel giro di 5 minuti ho rivissuto sensazioni che non provavo da più di 20 anni. 25 probabilmente.
L’aria sulla pelle, lo spostamento veloce ma ancora lento abbastanza da permetterti di guardarti attorno, e quel senso di libertà che solo il due ruote può darti.
Fortunatamente, la mia natura italiana è qui, dentro di me, e in questi casi riemerge fiera e prende il controllo della situazione, aiutandomi a tirarmi fuori da situazioni di traffico impossibili per un nord europeo ligio alle regole. Noi, italiani all’estero, anche se in parte “denaturalizzati” e (felicemente – dico io) adattati ad un modo di vita più ordinato e preciso, abbiamo sempre una specie di grosso interruttore dentro che, una volta premuto, attiva la modalità italiana, e non ci spaventa più nulla sulla strada. Io attivo anche la modalità extra, quella “contadino”, e penso al trattore, alle strade infangate e divento un’altra persona.
Quindi sì, test motorino superato e pure piaciuto molto. Forse anche perché sono riuscito ad evitare l’acquazzone durato almeno un’oretta, che ha inondato strade e avrebbe reso la guida piuttosto difficile, specialmente su strade non conosciute, con spesso buche e zone di avvallamento.
Ieri però sono riuscito ad andare alle Taman Beji Griya Waterfall. C’era stato un tipo che avevo conosciuto su Grindr. Mai beccato purtroppo, ma ci siamo scambiati IG, perché si fa così ora, non ci si scambia il numero di telefono ma IG… (sono molto moderno, lo so hahaha). E avevo visto un paio di stories ed ero rimasto a bocca aperta. E alla fine ci sono andato anche io, e pure dal vivo resti a bocca aperta.
E’ chiaramente un posto turistico, dove cercano di spennarti. Prezzi totalmente proibitivi per i locali, e questo è già un chiaro segnale della famosa tourist-trap. Però alla fine… itzoccheeeeeeeei, mica ci torno domani. E ho fatto l’esperienza. Il rituale che te la cavi con 15 sterline. Gli altri potevano arrivare anche a oltre le 300 sterline, e lì, col cazzo.
Però passare in mezzo a queste cascate, in questa atmosfera mistica, è stato davvero qualcosa da ricordare. Poi la guida (che pensavo fosse uno a caso ma l’ho vista letteralmente pregare nelle varie tappe, e non era chiaramente un attore) mi ha fatto 200 video e foto, quindi anche se mi dimenticassi, ho modo di rievocare i ricordi.
Finita l’esperienza mistica, dopo aver fatto un post su IG così il mio amico che mi ha dato l’idea del nome del dominio e che dice, a suo modo, di avere più autostima, almeno era soddisfatto.
E infatti ha commentato subito.
Poi salto a pranzare in un altro posto un po’ chic, sempre sulle risaie, che avevo visto su YouTube. Anche lì, strade in mezzo alla vegetazione super rigogliosa, odori nuovi… che figata.
Finito di pranzare, leggermente preoccupato dal cambio del vento e colore del cielo, decido di rientrare ed andare in una Spa per provare un massaggio balinese.
Passo dall’hotel per farmi una doccia e togliermi acqua di cocco, riso, fiori, polveri strane etc di dosso dopo il rito di purificazione nelle cascate e… boom… diluvio universale. E io ero sotto la doccia. Schivato per un pelo.
Dubbio se prendere un Grab o buttarmi nel diluvio con il motorino… il fato ha voluto che, dopo un’oretta di ricerche e “fully booked sorry” come risposte, un posto mi accetta la prenotazione. Massaggio di 90 minuti… fra 45 minuti.
Opto per non dare ancora i miei averi in eredità , prendo un Grab, investendo ben 2 sterline e qualche spicciolo in più, per avere la priority, e, con i piedi TOTALMENTE a bagno nell’acqua delle strade e il mio ombrellino giallo… esco e mi faccio portare in questa Spa.
E, senza saperlo, scopro che il massaggio è in una stanza praticamente senza una parete. Aperta sul fiume, con il rumore dell’acqua e vista nella fitta vegetazione.
Io totalmente stralunato. Sentire il venticello sulla pelle, i suoni VERI della natura, accompagnati da una musichina che si sfumava con i suoni naturali, be’ anche qui, un’esperienza indimenticabile.
90 minuti dove udito, tatto e olfatto hanno bombardato il mio cervello. E tutto questo, per 20 sterline. A Londra non ti fanno nemmeno 15 minuti di massaggio alle spalle quasi, per quella cifra. Che robe.
E la serata è finita con un altro Grab food delivery, questa volta con la svista di aver ordinato fritto e non grilled. Ma pazienza.
Cena relax su questo tavolino dove ora sto scrivendo e finendo il caffè della colazione, 3 pagine di libro prima che mi crollassero gli occhi, e stamattina sveglia alle 5:15 am, semplicemente perché ormai non avevo proprio più sonno.
E il messaggio di mio fratello che mi chiede com’era andato il giro in scooter e se poteva quindi avere l’eredità .
Buongiorno.