Carissima Malinconia

Ti metti a leggere dei libri sperando ti diano un po’ quella spinta ad andare avanti e ti trovi invece ad asciugarti gli occhi.

E’ curioso come tra l’altro mi facesse incazzare quando la storia non andava come io avrei voluto.

Ho letto la storia di questa tipa innamoratissima del suo ragazzo… storia d’amore invidiabile, ma poi, chiaramente finisce. Lei si mette a scrivere questo diario (mi ricorda qualcuno) e praticamente racconta il suo stato d’animo dalla separazione fino a un anno e mezzo dopo.

Non voglio fare troppo spoiler, ma arriva al punto dove questa inizia un po’ a riprendere in mano la sua vita, trovare quelle forze che prima non aveva, soprattutto dovute dal fatto che era “protetta” (ma – spoiler – limitata)… ed ecco che questo torna con una lettera. E si vedono… etc.

Mi è capitato lo stesso un mese fa con una serie televisiva. Coppie che si lasciano, anche dopo 20 anni… e poi finisce che tutti si rimettono assieme perché capiscono che era stato un momento… dove si dovevano capire delle cose.

Spoiler di nuovo, nel libro, PER FORTUNA, lei alla fine si vive questi giorni di “ritorno”, ma capisce che ormai è cambiata. Che lo ama ancora, ma no, la vita ora, per lei, ha preso un’altra strada.

E io ho iniziato a pensare che per me invece, non c’è stato alcun ritorno.
E mi sono accorto che, ahimè, sotto sotto c’è ancora una parte di me che forse vorrebbe questo. Scioccamente, vero, ma non è ancora passato.
Eh no, quando davvero mi fermo, tutte le buone intenzioni, i buoni propositi, i piani per il MIO futuro… ecco che vengono sopraffatti da questo strano desiderio di “ritorno”.

Boh, sono giorni che sono un po’ confuso. Tra lavoro, stress in generale, vita sociale fatta volentieri… ma molto intensa a livello energetico-emotivo… vedere che le persone non sanno ormai più instaurare un rapporto umano basico (ma tutto vive su IG e social network)… boh, credo che sono in questi momenti dove mi dicevo “sono fortunatissimo ad avere lui”. E mi rifugiavo un po’ in questa tana.
Questo è probabilmente il motivo per cui in questi giorni sono più suscettibile a certe storie, a certi racconti, a certe situazioni. Aggiungiamoci poi che sarà un mese che saltello tra raffreddori, sinusiti, tossi, diarree random alternate a stronzi di elefante che ti aprono più di una gangbang nel Congo… quindi insomma… un bel mix. Fortunatamente ho ancora tante calorie da mangiare, quindi il cibo mi aiuta. Santissima cioccolata.

Tornando a noi comunque, sì, per chi magari si ritrova a 10 mesi (e mezzo) dopo la rottura, confermo che possono esserci ancora dei momenti dove la voglia di riaverlo… torna.

Ma come dice alla fine il libro (che per fortuna non finisce con i due che si rimettono se no mi avrebbe fatto incazzare come mi ha fatto incazzare quella serie di mmmerda)… dobbiamo essere felici di aver vissuto questa esperienza. E avendola vissuta, siamo allenati e capaci di riaverne un’altra.

E questo lo dico io, non il libro. Non serve cercarla. Arriverà naturalmente quando siamo pronti. Quando ci bastiamo, quando siamo nuovamente in grado di bastarci. Quando siamo carichi, quando siamo integri.

La fanta-puttanata de “La mia metà” – il cazzo. Io sono intero. Se non intero… sono al… (devo fare due conti… ok…) sono attualmente 93% intero, con un 7% di chili che possono andare via… ma resto comunque intero.
Scherzi a parte, è davvero importante ritrovarci e sentirci in pace con noi stessi. E quando questo succede… chi si avvicinerà a noi lo noterà. E noi saremo in grado di approcciarci a queste future opportunità di vita in una maniera sana.

Fino a che non ritroviamo il nostro equilibrio e la nostra interezza, saremo sempre una sorta di succhia-energia. Cerchiamo di colmare vuoti dati dalla perdita di questa persona, attingendo energia/attenzioni da quest’altro essere che si avvicina a te. E questo non porta a nulla. Non crea un substrato sano, porta a dare un’impressione sbagliata di te e… sì, non fa bene. Non fa bene a te che rischi di buttarti nuovamente giù, e non fa bene all’altra persona che si accolla un carico totalmente ingiustificato.

Sono andato un po’ fuori tema, ma credo faccia bene a me scriverlo per ricordarmelo meglio, e magari a qualche pazzo che si trova casualmente su questa pagina.

Tornando a noi… sì, ammetto che mi manca. Non sempre, ma ogni tanto (e se leggo questi libri dove fai 200 mila riferimenti alla tua storia passata) ti ritornano in mente i bei momenti passati.

Ma come mi dico sempre quando sento la malinconia arrivare…

“Cara Malinconia,
onorato della sua visita, ancora, ma come le dicevo la volta scorsa, lei probabilmente si dimentica anche quanti momenti di super merda ho passato.
Quante nottate insonni, quanta ansia, quanta paura, quanti pianti, quanto stare male, quanto sentirmi sbagliato per azioni fatte anche in buona fede, quanti messaggi ad amici di nascosto per chiedere come venire fuori da situazioni apparentemente sciocche ma insormontabili dall’interno.
Quante volte anche respirare risultava difficile.
Sì cara Malinconia, ci sono stati momenti splendidi, quando mi guardava con gli occhietti come dicevo io, quando inventavamo nomi per chiamarci… quando ci siamo detti lo voglio credendo in un futuro assieme.
Però, come mi ha detto lui saggiamente quando è finita, ultimamente erano più le cose brutte di quelle belle, e per quanto ci si possa amare dobbiamo dare priorità a noi stessi, e darci la possibilità di vivere, e vivere bene. Era diventato un trascinarci: e nessuno dei due ce lo meritavamo.
Quindi cara Malinconia, forse questo è quello che ci diciamo per consolarci, per darci una spinta a ricominciare. Forse è così, vero, ma sticazzi.
Alla fine, anche tu cara mia, credo mi darai ragione che, se anche funzionasse come l’omeopatia, l’effetto placebo è scientificamente provato, quindi qualcosa farà.
C’è chi crede in un Dio che ha mandato un angelo ad ingravidare una bambina minorenne – e questo sarebbe poi il figlio suo e non dell’angelo… e ci credono.
O a un altro pirla che ha ripreso la stessa storia mettendo qualche restrizione in più per farsi figo e cagare ulteriormente il cazzo alla gente… e c’è chi segue ancora queste assurdità.
Insomma… io posso credere quindi che tenere a mente anche tutta la sofferenza non sia solo un palliativo per farsi forza, ma un modo piuttosto sensato per dirci che, tutto sommato, potrebbe effettivamente essere qualcosa di buono nel lungo periodo e non sono una coltellata micidiale fine a se stess.
E sì, cara Malinconia, è giusto che tu appaia a farmi ricordare quei bei momenti, ma non devo cadere nella trappola dell’illusione, perché non erano solo bei momenti.
Quindi grazie dei reminders, perché mi ricordi che ho vissuto davvero una bella storia d’amore, ho provato cosa significhi amare ed essere amato, e che ne devo essere grato. E lo sono. Lo sono al 100%. Come dico sempre – rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, anche sapendo il finale.
Ma è ora che inizi ad amare soprattutto me.
E quando lo farò davvero… allora forse potrò condividere un po’ di questo amore… forse, se mi andrà 🙂
Per ora… devo fare l’egoista.
Buona serata cara Malinconia”.

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