Viaggiare

Spesso mi chiedono come faccia a viaggiare così tanto.

Io invece mi chiedo come la gente possa viaggiare così poco.

Tendenzialmente sento la stratosferica puttanata del “costa viaggiaaareee” (detto con tono lamentela-indispettito). Poi le stesse persone sono quelle che non si fanno scrupoli a comprarsi una giacca da 300 euro… “eh ma quella ti dura!”. O telefoni che costano più di uno stipendio medio… “ma un voglino ogni tanto…”.

Peccato che l’anno successivo già quella giacca sarà sostituita da un’altra e il super telefono probabilmente ha il vetro rotto o va sostituito anche lui: tanto valeva prendere il modello dell’anno prima a metà prezzo e farsi un viaggio con l’altra metà dei soldi, o no?

Quindi il “costo” è una cazzata. Attendo qualche altra scusa migliore.

Per ora, resto dell’idea che sia più un discorso di abitudine.
La gente non è abituata a viaggiare. Il viaggio è visto come qualcosa di faticoso, da organizzare, da pianificare.
Questo credo sia dovuto molto al mischiare il concetto di viaggio a quello di “vacanza dal lavoro”, dove si cerca una sorta di periodo di totale fancazzismo per riprendersi da mesi di sfruttamento, privazioni e fatica.

Io viaggio, non vado in vacanza. Sono due cose ben diverse.
O meglio, vado ANCHE in vacanza, ma per lo più… viaggio.

Io viaggio perché mi piace l’esperienza, mi piace guardarmi attorno e vedere posti, persone, colori e profumi diversi.
Ma non stravolgo la mia vita, anzi. Cerco di mantenere la mia routine, allenarmi, mangiare bene etc.: semplicemente cambia quello e chi ho attorno.
Non vedo dove sia lo stress.

Bisogna imparare ad avere la flessibilità di adattare un po’ la propria routine… ma mantenendola, lo stress è al minimo. E’ probabilmente più stressante quando piove a dirotto e non vuoi bagnarti in bici, quindi devi prendere l’autobus e ti trovi in mezzo a… di tutto, piuttosto che prendere un volo e mantenere i tuoi ritmi quando non sei a casa.
Magari te ne vai anche in un posto con un bel sole… 😊

Il 99% delle volte lavoro anche da dove sono. I miei giretti sono di solito weekend ed un paio di giorni, quindi non serve nemmeno avere un lavoro totalmente da remoto per viaggiare. Ma l’avere un tutt’attorno diverso mi stimola, mi dà gioia, mi riempie e mi fa sentire vivo.

Viaggiare è fighissimo.
Torno spesso anche negli stessi posti, quanto semplicemente ho voglia di rivedere qualche amico che vive là e farci una cena assieme o un drink per raccontarsi le ultime new, o per il gusto di ritrovare quell’angolino o quel ristorante che mi era piaciuto.

Ogni volta, il viaggio mi dà tanto. Anche quello che include i soliti ormai cronici ritardi di BA, e i problemi legati a quello. Ora come ora, arrivo anche a fare il gioco “vediamo se indovino di quanto sarà in ritardo stavolta”; ma questo non mi ferma o rallenta.

E ora stavo pensando all’Italia. Forse ho una vera giustificazione per chi mi dice “non posso viaggiare”.
Effettivamente, l’italiano medio è vittima di un sistema dove le ferie te le forzano ad agosto, non sempre sai in anticipo quando esattamente saranno, quindi capisco meglio la fatica e lo stress. Così non è nemmeno una vacanza, e sicuramente ti spenni, e finisci probabilmente in un posto che nemmeno avresti voluto rivedere/visitare, ma era praticamente l’opzione “o questo o a casa”. Quindi sì, vedo anche uno stimolo basso nell’affrontare così un viaggio o vacanza.

Non tutti possono prendersi le ferie quando vogliono o possono lavorare da remoto.

Però, adesso pensandoci meglio… c’è sempre un però. E ora mi contraddico da solo.
Perché ho avuto colleghi che lavoravano per la stessa azienda, che avevano la stessa potenziale flessibilità che avevo io, ma che non viaggiavano. Si facevano le tanto attese “vacanze estive”, bruciandosi 2 o 3 settimane tutte in una volta, come per vivere un momento all’anno di vita per poi rientrare con la depressione post vacanza.
Magari sfruttare quella settimana extra spezzata in tanti piccoli giretti? 5 giorni di ferie, attaccandone 1 ad un fine settimana o un ponte, diventano ottimi momenti per spezzare la monotonia e cambiare i colori attorno a te.
Ma no no, che stress viaggiare. Si fa una volta, in estate, e fine.

Mah…

Credo davvero che, con il tempo, le persone si sono ormai abituate a tutto questo, e non pensano che si possa anche viaggiare, esattamente con la stessa facilità con cui si va a cena con gli amici.

Ora, per esempio, sono sull’aereo, certo, in ritardo.

Sto osservando il crew spettegolare e fottersene altamente dei clienti – se esiste un karma… ma vabbè (off topic), e intanto scrivo un po’, riflettendo “ad alta voce” su un argomento che mi sta piuttosto a cuore e che trovo spesso muri quando ne parlo.

E si sa ormai che scrivendo mi chiarisco i pensieri e sì, direi che la componente costo incide per chi è costretto a prenotare ad agosto last minute, ma resta comunque il fatto che non c’è l’abitudine di viaggiare, la spinta nel mettersi alla prova, la curiosità di scoprire e vivere esperienze nuove.

Sto tornando da un viaggio che temevo mi distruggesse. Ebbene sì, una meta dove ho ricordi felicissimi con il mio ex, e l’idea di rivedere certi posti mi stava terrorizzando. Eppure, per una questione puramente di costi (perché viaggiare ha un costo, lo so, ma basta scegliere attentamente), questa era la meta migliore per le date che avevo, e decisi di prenotare.

Sono arrivato un po’ impaurito, ma sto ritornando incredibilmente felice di essere andato.

Ho avuto il piacere di passare metà di questo viaggio con un’amica, ho conosciuto persone interessanti e dopo quasi 10 anni, sono pure riuscito a prendermi una mezza cotta estiva. Sì, tipo da 15 enne che vede il tipo strafigo che ti sorride e ti sciogli e sei già lì che ti immagini con 5 figli, 3 cani, 2 gatti e tu e lui sdraiati tra cuscini in una vigna al tramonto sorseggiando vino e ridendo (chiaramente con capello al vento, abito bianco scollato quanto basta, dente altrettanto bianco che brilla al sole, risatina idiota da celebrolesa… ma che fa immagine sessista Mulino Bianco etc etc).

La differenza è che ora, con qualche anno in più sulle spalle, ho vissuto la situazione al massimo, godendomi ogni istante, tristemente salutando ma sapendo dentro di me che era giusto che andasse così, e che era solo uno step che serviva ad entrambi per capire qualcosa.

Io credo di aver capito un paio di cose, piuttosto importanti tra l’altro, che terrò a mente quando incontrerò altre persone.

Il viaggio… il viaggio.

Viaggiare è stupendo.

Viaggiare ti permette anche questo.

Tornare un 15enne, anche solo per un po’.

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